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Santa Maria delle Grazie (2019)


La Chiesa

Il complesso parrocchiale, progettato da Francesco Garofalo e dalla moglie Sharon Miura, si propone come una piccola acropoli, un frammento urbano dotato di un proprio spazio aperto sul paesaggio al cui interno il campanile, collocato in posizione avanzata sul sagrato, costituisce un segnale per chi giunge dalla via della Bufalotta. A causa del dislivello del terreno la chiesa e le opere appaiono come poggiate su un podio che le sostiene e al tempo stesso le riconnette. Lo schema del centro parrocchiale è una C chiusa sul quarto lato dalla parete posteriore della chiesa. Ciascuno dei tre bracci ha una funzione e può essere usato autonomamente senza accedere alle altre parti. La comunità dei fedeli è chiamata a raccogliersi in una grande aula, resa ancora più vasta dalle sue semplici forme geometriche. L’area presbiterale, sollevata di due gradini, è leggermente decentrata, pur mantenendo l'altare sull'asse liturgico che coincide con l'asse di simmetria dell'aula; alla destra si trova l'area battesimale che si prolunga senza soluzione di continuità nella cappella feriale; alla sinistra si dispongono la sede, I l ambone e i seggi dei concelebranti. Sulla parete di fondo è collocato il grande crocifisso staccato dal muro. La feriale tiene conto della duplice esigenza della celebrazione per piccoli gruppi di fedeli in un ambiente raccolto e autonomo, e della custodia eucaristica come punto di riferimento della preghiera e dell'adorazione. A tal fine la cappella si presenta come un'aula autonoma, dotata di un ingresso indipendente. La continuità della circolazione permette poi di accedere a tutte le parti del complesso, compresa la chiesa, senza uscire all'esterno. II piano inferiore ospita il salone parrocchiale con l'atrio e i servizi; al piano terra lo stesso spazio si trasforma in una loggia coperta dal piano della residenza del parroco che si affaccia su due Iati verso la campagna, inquadrandone la vista tra setti molto Iarscorcio ghi. Gli altri due lati della corte si dividono le aule su due piani e gli uffici parrocchiali rivolti verso la strada.

Il quartiere di Santa Maria delle Grazie

Casal Boccone è una zona che si trova nell'area nord est del comune, a ridosso ed internamente al Grande Raccordo Anulare.
Percorrendo Via della Bufalotta, superato l’incrocio con via Casal Boccone e Via di Settebagni, ai due lati di Via della Bufalotta, si entra nel quartiere di Santa Maria delle Grazie, dove la chiesa, diremmo a forma di IKEA, ci appare subito sulla destra e rappresenta il punto di attrazione principale della borgata inizialmente denominata Bufalotta, poi detta di Casalboccone ed attualmente di S. Maria delle Grazie, costruita ai lati di Via della Bufalotta.
Formatasi dopo dopo la seconda guerra mondiale con la lottizzazione dei terreni di proprietà dei fratelli Brandizzi, ebbe uno sviluppo piuttosto lento per poi subire una accelerazione intorno agli anni ‘60 del novecento con la realizzazione di altri insediamenti limitrofi. Meta delle persone che abbandonavano i paesi e le campagne intorno alla capitale, divenne zona essenzialmente residenziale, con piccole basse e distribuite disordinatamente intorno ad assi viari sterrati perpendicolari alla via Bufalotta, sull’onda dello sviluppo economico di quegli anni.
Il nome che assunse la borgata di S. Maria delle Grazie è legato ad una piccola edicola fondativa della parrocchia e collocata su una colonna del cancello di ingresso alla casa della famiglia Rocchi, una delle prime ad essere costruita, antecedentemente agli anni ’50, e sede della prima attività commerciale della zona.
Col tempo Via di Casal Boccone, che nasceva come stretta strada della periferia nord-orientale per collegare la Bufalotta a San Basilio, è divenuta un importante asse tangenziale che ha attirato l’edificazione crescente e l’urbanizzazione delle zone comprese tra la Nomentana e la Bufalotta.
In tutto il quadrante che si estende tra la confluenza tra via di Casal Boccone e via Ugo Ojetti la zona si sta velocemente trasformando in comprensorio con alcune grandi palazzine tipiche di molta della edilizia residenziale attuale.

Solo Santa Maria delle Grazie rimane pressoché uguale alla sua fondazione, con le sue costruzioni senza infamia e senza lode che testimoniano la resistenza tenace del nucleo parrocchiale intorno all’edificio ecclesiastico, anche se lòa chiesa nuova è a forma di IKEA!
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