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Sant'Anna a Morena (2019)


La chiesa (che verrà)

Il progetto della nuova chiesa che sarà è stato realizzato da Giuliano Panieri. Istituita come vicecuria il 5 aprile 1971 e dichiarata dipendente dalla parrocchia di san Matteo, la chiesa è stata eretta parrocchia con decreto del cardinale vicario Ugo Poletti il 14 giugno 1976 e affidata al clero diocesano di Roma; è stata inaugurata dal cardinale vi cario Camillo Ruini il 3 aprile 1993. Il progetto è volto al miglioramento e all'ampliamento dell'attuale complesso. È stato pensato in due fasi: la prima di completamento e finitura degli spazi esterni contestualmente alla realizzazione ex novo di una nuova aula liturgica da 800 metri quadrati e della cappella feriale, a oggi non presente, che consentano lo svolgimento delle attività di culto in uno spazio sufficientemente ampio e decoroso; la seconda con interventi di manutenzione straordinaria sulla struttura esistente e conseguente riorganizzazione degli spazi parrocchiali, opere e canonica. Gli elaborati di progetto riguardanti la prima fase di intervento, evidenziano in prima istanza la preoccupazione dei progettisti di confrontarsi con il contesto cercando di conciliare le esigenze progettuali sia con le caratteristiche tipologiche delle strutture esistenti che con le normative edilizie vigenti. Si è cercato innanzitutto di aprire il complesso parrocchiale tramite la grande piazza su via di Torre Morena che assume il ruolo di sagrato e di invito al centro senza soluzione di continuità definendo sempre più il centro parrocchiale, non solo come luogo di culto, ma come polo di confronto, assistenza e aggregazione sociale. La nuova aula liturgica a pianta rettangolare di tipo basilicale, ha la facciata arretrata in forma di pronao che offre riparo e separa dallo spazio liturgico per il tramite di due setti in calcestruzzo, che ritagliano tre vetrate, delle quali due laterali e la terza centrale, segnata dalla croce. La feriale come il campanile, gravano sul lato sinistro, dove rimangono anche i volumi delle opere parrocchiali. La struttura portante di tipo puntiforme è in calcestruzzo armato.

Il quartiere di Morena e Casale Morena

Morena è il nome della zona urbanistica 10l del X Municipio del Comune di Roma. Si estende sulla zona Z. XIX Casal Morena, a sud-est della capitale, esternamente al Grande Raccordo Anulare, a cavallo della via Anagnina e al confine col comune di Ciampino.
Ciampino è una cittadina, Morena è una borgata.
La zona prende il nome dalla Torre Morena, costruita nel XIV secolo, e che a sua volta, probabilmente, lo prende dal console romano Aulus Terentius Varro Murena (23 a.C.), che fu proprietario del terreno e di una villa in questa zona.
Domenico Romalli,  giornalista nato nel 1921, ci racconta molto di Morena ai primi del novecento.Negli anni ’20 del ‘900 suo nonno Domenico acquistò la tenuta “Casal Morena“  dalla duchessa Maria Lavaggi Grazioli.
In quel periodo Morena era una immensa distesa  di terre a culture prative e cerearicole  a cavallo della via Anagnina, una strada stretta non asfaltata percorsa, sul lato destro in uscita da Roma, dal "tranvetto dei castelli" della STEFER in esercizio dal 1906 e che proprio a Morena aveva una fermata con lo scambio.
Gli spostamenti più frequenti avvenivano col carretto e con l’asino utilizzati dai piccoli vignaioli dei Castelli che scendevano verso la città e che vedono nascere le prime vigne sorte a Morena dopo la prima guerra mondiale.
Iniziarono anche i primi espropri di terre ai grandi proprietari terrieri (Colonna, Lavaggi e Senni) per dare terre agli ex combattenti. Un quarto del territorio fu lasciato ai proprietari per la costruzione delle strutture agricole e per insediamento  abitativo. 
Il punto di aggregazione dei residenti di allora, bovari e vaccari, era costituito dalla dispensa: una specie di emporio dove si poteva acquistare pane, guanciale, pecorino e vino. Lamalaria era una presenza costante e obbligava i residenti all’assunzione del chinino di stato. Si trattava insomma, di una realtà agricola ancora ancorata ai modelli tradizionali, che iniziò ad essere superata soltanto dopo gli anni '30 del '900 con la meccanizzazione e l‘utilizzo di energia elettrica. Migliorarono così le coltivazioni e si cominciò ad allevare bestiame da latte, oltre che quello da lavoro, per cui, alle soglie della seconda guerra mondiale, la popolazione crebbe e con essa l'intensità del costruito, soprattutto nella zona di via Della Stazione di Ciampino e dei Centroni.
Morena diventa borgata all'inizio degli anni '60, quando iniziano le prime lottizzazioni abusive, in aperta campagna romana, con case costruite, in gran parte, da operai occupati nell’edilizia, che a prezzi relativamente bassi, hanno acquistato i lotti di terreno su cui costruirsi la prima abitazione.
Morena si sviluppò notevolmente negli anni settanta a seguito della approvazione del Piano Regolatore Generale del Comune di Roma del 1962 con la previsione dell’espansione edilizia anche verso le estreme periferie.
Si è sviluppata così l’edilizia residenziale di palazzine e ville, anche se ’espansione abusiva, ormai non più solo di necessità, continuò incessante.
Fino agli ottanta nella maggior parte delle zone di Morena erano totalmente prive di opere di urbanizzazione primaria: fogne, acqua, strade asfaltate, illuminazione pubblica.
La situazione di Morena, oggi, è quella di un quartiere dormitorio che andrebbe riqualificato per dargli una dimensione organizzata e dotata dei principali servizi che coninuano a mancare, ora come allora.
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