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San Domenico Guzman (2019)


La Chiesa

La chiesa di San Domenico Guzman, consacrata il 2 dicembre 2000, è stata progettata dall’Architetto Maicher Biagini, con Arch. Nanni Ferrari, Arch. Sergio Cabassi, Arch. Mauro Nasi, della Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia.
Il primo dato evidente è che per entrare nella chiesa bisogna salire, a sottolineare - ben oltre il fatto contingente della conformazione naturale del terreno — che entrare in Chiesa implica una decisione personale. L'ingresso è anticipato da uno spazio coperto in guisa di nartece; varcata la soglia, superata la grande bussola vetrata, si entra nello spazio consacrato. L'aula assembleare è un grande vano cilindrico alto circa 8 metri, fondato su un parallelepipedo a base quadrata, modulato da tagli di luce indiretta che ne sottolineano la circolarità. Il presbiterio ne costituisce il luogo generatore. L'aula è abbracciata e stretta insieme da una serie di spazi più bassi, non separati fisicamente, destinati all'aula per la reposizione dei Sacramenti, alla cappella feriale, agli spazi supplementari per l'assemblea. La forma esterna della chiesa mantiene l'immediata corrispondenza con i volumi interni, in un rapporto interno-esterno di chiarezza, trasparenza e verità formale che è carico di connotazioni simboliche. La ricchezza e la complessità che caratterizzano l'interno del la chiesa sono dovute alle articolazioni spaziali, alla permeabilità di tutto lo spazio e soprattutto alle modulazioni della luce che — quasi sempre in modo indiretto — definisce e connota gli spazi. La cappella feriale, sulla sinistra, è separata dall'aula da una sequenza di pannelli vetrati scorrevoli che la rendono sempre visibile ma utilizzabile autonomamente durante la settimana anche per quanto riguarda la gestione dell'impianto di riscaldamento. Per la sua posizione può consentire inoltre un ulteriore ampliamento della disponibilità di spazio per l'assemblea. Il presbiterio è caratterizzato dall'altare in marmo rosso di Verona dall'ambone conformato a semplice parapetto e dalla sede. Il battistero che ospita il fonte ' è anch'esso in marmo di Verona: è trattato come fosse uno spazio autonomo vicino al presbiterio e completamente aperto verso l'aula per favorire la partecipazione dell'assemblea al sacramento che vi si celebra.

il Quartiere di Cinquina

Cinquina si trova a nord est di Roma, all'esterno del Grande Raccordo Anulare, ed è collocata nello spazio compreso tra via della Bufalotta e via della Marcigliana, completamente circondato dal Parco della Marcigliana.
Le prime tracce di insediamento residenziale risalgono agli anni settanta, sui terreni lottizzati dal comune di Roma e oggetto di massiccia urbanizzazione non esente dal fenomeno, ricorrente nelle periferie romane, dell’abusivismo.
Frutto di numerose e successive varianti, il Piano di Zona “Cinquina”, iniziato nei primi anni ’80, mostra una eterogeneità di architettura.
Il primo intervento è costituito da case in linea di tre, quattro piani con semplici finiture d’intonaco bianco e presenza di corti aperte, motivo che sarà ripreso negli interventi successivi in forme diverse.
La chiesa fa da cerniera alla parte del quartiere dove sono edificati questi primi insediamenti ATER e il resto del territorio dove si scorgono enormi palazzoni alienati dal resto del paesaggio, molti ancora in costruzione e qualche cantiere completamente abbandonato. Molti appartamenti sono rimasti senza acquirenti: tutto quello che rimane delle vendite sono solo cartelli di “ufficio vendite”.
Insomma, un’oasi di case immersa in una delle testimonianze ancora vivide della campagna romana.
I collegamenti pubblici sono ridotti all’essenziale: un paio di linee bus. Il sistema viario interno del quartiere non trova adeguato sbocco sull’unica strada che collega la zona con il centro città: via della Bufalotta, anche se in verità, il tracciato originario relativo al prolungamento della linea B1, nelle prime intenzioni, doveva arrivare proprio fino Cinquina. Una linea attesa da anni che avrebbe servito aree densamente popolate con 3 nuove stazioni: Cervialto, Serpentara, Bufalotta, GRA (Cinquina), e che invece è stato tramutata (ancora sulla carta) in linea su ferro che non sarà più Metropolitana, che prevede le fermate Vigne Nuove, Mosca, Bufalotta e che non arriverà più fino a Cinquina, ma devierà per il vicino Centro Commerciale Porta di Roma
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