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Romanina/Torvergata (2017)

La grande abbuffata del re del mattone - Così Scarpellini ha sanato la Romanina
di FRANCESCO ERBANI
2013

La brutta storia di un accordo tra Campidoglio e imprenditore che ha rovesciato completamente l'equilibrio previsto nell'area fra pubblico e privatoROMA - La Romanina è il regno di Sergio Scarpellini. E Scarpellini è uno dei re del mattone a Roma. Er sor Sergio, come lo chiamano tutti, ha ottenuto che la Romanina - un quartiere quasi tutto abusivo a sud est della città - fosse la sede di una delle 18 centralità previste dal Piano regolatore di Roma. Ma Scarpellini non è solo un costruttore, è anche il potentissimo proprietario di una enorme quantità di appartamenti, spesso di interi palazzi, dati in affitto a istituzioni come la Camera dei deputati, il Senato della Repubblica, il Tar, il Consiglio di Stato, alcune authority, la Rai. Nel solo 2010, accertò la deputata radicale Rita Bernardini, il 35,5 per cento di tutte le spese sostenute dalla Camera per consulenti e forniture è andato a Scarpellini.

Scarpellini, insomma, è uno che ci sa fare benissimo con le autorità pubbliche. E che nella vita non si fa mancare nulla: alcuni anni fa ha comprato la villa con piscina sull'Appia Antica che fu di Silvana Mangano e l'ha destinata un po' a residenza privata, un po' l'affitta per banchetti e matrimoni (talvolta però la fortuna lo abbandona come nel settembre del 2009, quando nella sua proprietà entrarono le ruspe per rimuovere un parcheggio abusivo).

L'area della Romanina dove dovrebbe sorgere la centralità è grande cento ettari. Da qui si vedono i Castelli romani e l'onda di Santiago Calatrava, la piscina mai terminata e destinata ai Mondiali di nuoto del 2009. Scarpellini l'acquistò nel 1990 per 160 miliardi di lire. Il progetto originario della centralità, ratificato nel Piano regolatore, prevede edificabilità su 35 ettari, così ripartiti: 58 per cento funzioni pubbliche, 42 private. L'accordo fra il Comune e Scarpellini parte da una proposta di Scarpellini stesso: si costruiscono 1 milione 130 mila metri cubi, una parte minore è fatta di case vendute a mercato libero, più strutture commerciali e anche turistico-ricettive, la parte maggiore è comunque edificata dal privato, ma ceduta al pubblico.

Il progetto della centralità è affidato da Scarpellini a Manuel Salgado, architetto portoghese di grande notorietà. Ma già così, il piano incontra molte critiche: perché, per esempio, prevedere una centralità a Romanina, quando ce n'è un'altra tutta su aree pubbliche a Tor Vergata, a poche centinaia di metri?

Con il passare degli anni, però, e soprattutto con il cambio della guardia in Campidoglio e l'arrivo di Gianni Alemanno, Scarpellini chiede di rivedere l'accordo: il costruttore lamenta troppe concessioni al pubblico e margini di profitto troppo esigui. A dicembre del 2011 Scarpellini e l'assessore all'urbanistica Marco Corsini spiegano i nuovi termini dell'intesa. I metri cubi complessivi salgono da 1 milione 130 mila a 1 milione 920 mila, il 70 per cento in più circa. La parte residenziale sale da 220 mila metri cubi a 1 milione 200 mila. 3 torri, altezze che superano i 60 metri, oltre 4 mila appartamenti. E invece che su 35 si costruirà su 60 ettari. Soprattutto cambia, anzi si rovescia completamente, l'equilibrio fra pubblico e privato: al primo invece che il 58 per cento di quanto costruito, va il 5 per cento, al secondo il 95 invece che il 42. Tutta un'altra storia. Ben altri guadagni per il sor Sergio. In una zona densamente abitata di Roma, con una rete di trasporto pubblico completamente insufficiente (il capolinea della Metro A è a tre chilometri), potrebbero arrivare altre 10.500 persone e nessuna di quelle funzioni di pregio contenute nel primo accordo.

Che cosa ci guadagna la città? In che cosa consiste lo scambio? Che cosa ci guadagna l'insediamento abusivo della Romanina che sperava di avere servizi migliori dalla centralità? Stando ai nuovi accordi, inoltre, si scopre che Scarpellini verserà alle casse comunali 186 milioni per l'incremento di cubatura. Bella somma per un bilancio dissestato. A che cosa serviranno? È questa la "moneta urbanistica" di cui ha parlato Alemanno, si fa cassa vendendo pezzi di città, spremendo fino al midollo l'organismo urbano?

Quei 186 milioni sono una somma fissata dal Piano regolatore che si aggiunge agli oneri di urbanizzazione stabiliti dalla legge. Però a legger bene la proposta progettuale si scopre che 36 di quei 186 milioni vengono spesi per parcheggi interrati e 70 per un tunnel dove transiteranno le macchine e una metropolitana leggera che dovrebbe prolungare la Metro A. Il tunnel passa sotto il quartiere, che così sarà una confortevole isola pedonale. Insomma, 106 di quei 186 milioni, ben più della metà, che sarebbero quanto il Comune guadagna dall'accordo, servono a rendere più attraente il quartiere e consentono a Scarpellini di vendere a un prezzo più alto i suoi appartamenti, appartamenti con ampi parcheggi e affacciati su larghe strade pedonali. Detto in altri termini: servono a valorizzare la parte privata. "La stragrande maggioranza del contributo fornito al Comune dal privato", spiegava Giovanni Caudo prima di diventare assessore all'urbanistica del Campidoglio, "lo si spende in opere che non ha deciso il Campidoglio e la cui utilità pubblica non è chiara. Per esempio, la scelta della strada interrata appare sproporzionata ora che il progetto si è trasformato in un normale quartiere residenziale di 10.500 abitanti. Lo stesso per i parcheggi: perché deve essere il Comune a finanziare la comodità del garage interrato? Se si facessero strade a raso e parcheggi ugualmente a raso il risparmio si aggira sui 60 milioni, che forse potrebbero essere destinati per riqualificare davvero l'abitato della Romanina, dove nelle strade mancano anche i marciapiedi".


http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2013/06/24/news/inchiesta_su_roma_urbanistica_erbani-61734730/
http://www.urbanistica.comune.roma.it/images/uo_opere/partec-romanina/R01.pdf
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